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Viaggio in Sicilia

02/11/2023

La Festa dei morti in Sicilia e la leggenda dei “pupaccena”

La festa dei morti è una delle tradizioni più antiche e sentite di tutta la Sicilia. È una festa che racchiude amore e dolore, nostalgia e gioia. Celebra i nostri cari che non ci sono più, mantiene vivo il loro ricordo e rafforza il legame con le giovani generazioni. È un momento di festa, di regali, di dolci e di piccoli scherzi. È una tradizione molto vissuta specialmente dai bambini e che è accompagnata da usanze tipiche che differiscono in base alla zona, come quella del “cannistro” palermitano e dei pupi di zucchero o pupaccena, dolci statuette legate a una leggenda che racconta di un nobile in ristrettezze economiche, di una cena e di un cuoco molto creativo.

“U cannistru”, il cesto goloso carico di dolci

La notte tra l'1 e il 2 novembre da tempo immemore i bambini siciliani ricevono la visita di ospiti speciali che vengono da molto lontano e portano in dono dolci e giocattoli. Non si fanno vedere ma lasciano traccia della loro presenza e spesso sono dispettosi. Si, perché è vero che portano doni, ma è anche vero che questi balocchi vengono nascosti e che sta ai bimbi, appena svegliati, cercarli in ogni angolo. Loro sono i morticini, i cari defunti, e tra i doni che lasciano spicca "u cannistru", un cesto carico di dolciumi, cioccolatini, frutta secca e biscotti tipici del periodo, come "l'ossa de motti", i "tetù", la frutta martorana e gli immancabili "pupaccena" o pupi di zucchero. Colori e sapori, gusti e profumi, che oggi come allora ritornano vivi e uniscono le famiglie in un continuum fatto di rispetto e memoria.

La leggenda dei “pupaccena”

Trionfa al centro del “cannistru”, importante e colorato, “u pupaccena”, ovvero il pupo di zucchero, una statuetta antropomorfa cava fatta di zucchero, che un tempo raffigurava i protagonisti dell'opera dei pupi, paladini e dame, ma che oggi, adattandosi alle mode e alle tendenze del momento, può raffigurare personaggi dei cartoni animati, calciatori o ballerine. L'origine di questa usanza antica, che però rischia di perdersi, è incerta. La leggenda più famosa racconta che un nobile arabo in ristrettezze economiche organizzò una cena con alcuni ospiti. Il cuoco preparò ciò che poté con i pochi ingredienti a disposizione e arrivati al momento del dolce, avendo solo dello zucchero, fece ricorso a tutta la sua creatività e realizzò delle dolci statuette che furono molto apprezzate dai commensali.

Giorno 2 novembre si va al cimitero a ringraziare

La mattina del 2 novembre i bambini siciliani si svegliano elettrizzati e felici. Sanno che i loro cari morticini sono venuti a trovarli, e con affetto hanno lasciato dei doni per loro. Ma sanno anche che a loro piace giocare e sono soliti nascondere i regali. Inizia allora una caccia al tesoro, si perlustra la casa alla ricerca di giochi e dolciumi. È una giornata che si aspetta con trepidazione e la sorpresa è sempre tanta quando, sotto il letto e dietro la tenda, i piccoli di casa trovano i regali ed il tanto atteso "cannistru", cesto carico di prelibatezze, colorato e goloso, nel quale spicca u pupu di zuccaru. Grati e soddisfatti i bambini si preparano quindi per andare al cimitero a ringraziare gli amati defunti per i doni ricevuti. Si portano fiori, si raccontano aneddoti, la memoria rimane viva, il ricordo persiste e si impara che la morte fa parte della vita. Magari con il tempo le tradizioni cambiano, si adattano ai tempi e si mescolano a nuove usanze, ma in Sicilia il 2 novembre si commemorano i defunti, ed è una festa!