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Viaggio in Sicilia

03/07/2025

Lo sbarco degli Alleati in Sicilia

Sulle coste assolate della Sicilia orientale, dove oggi il mare lambisce pigramente le spiagge dorate e le colline odorano di carrubi e zagare, si respira ancora il vento della Storia. È un vento che arriva da lontano, dall’estate del 1943, quando l’isola fu teatro di uno degli eventi più cruciali del Novecento: lo sbarco degli Alleati, nome in codice “Operazione Husky”, il primo passo verso la liberazione dell’Europa dal giogo nazifascista. È difficile oggi, camminando lungo le baie di Gela, Licata o Augusta, immaginare l’eco assordante dell’artiglieria, il rombo dei carri armati, il frastuono degli aerei alleati che solcavano il cielo siciliano. Eppure, quei luoghi conservano una memoria viva, stratificata nei racconti di chi ancora è in vita, nei resti arrugginiti delle fortificazioni, nelle lapidi dimenticate al margine delle strade.

Lo sbarco

Il 10 luglio del 1943 le truppe americane e britanniche sbarcarono in forze sulle coste siciliane: gli americani a ovest, tra Gela e Licata; i britannici a est, nei pressi di Augusta. Sul mare, centinaia di navi tagliavano le onde: la più imponente armata navale mai vista nel Mediterraneo. Gli alleati occuparono “facilmente tutta la Sicilia occidentale, mentre in quella orientale gli inglesi e i canadesi incontrarono l’urto della resistenza germanica” (Denis Mack Smith). La lotta fu aspra, combattuta tra campagne polverose, muretti a secco e paesini arroccati. I soldati avanzavano tra fichi d’India e uliveti, in un paesaggio che sembrava antico quanto la guerra stessa. La Sicilia, che per secoli aveva visto sbarcare greci, romani, arabi, normanni e spagnoli, ora accoglieva una nuova potenza e una battaglia destinata a diventare l’incipit della liberazione dell'Italia dall'occupazione tedesca.

Un paesaggio carico di storia

Oggi, quei luoghi sono diventati mete di memoria. A Modica, il “Museo della Memoria” racconta con fotografie, divise e oggetti d’epoca la dimensione umana e drammatica dell’evento. A Catania, presso Le Ciminiere, il “Museo storico dello sbarco in Sicilia – 1943” raccoglie le testimonianze del fronte orientale. Camminando tra quelle stanze, il visitatore può ascoltare le voci originali dell’epoca, sentire il suono di una sirena, rivivere lo sgomento di chi si rifugiava nei rifugi antiaerei.
Ma è fuori, tra le campagne e le coste, che la memoria si fa più profonda. Un cippo abbandonato su una strada di campagna, un vecchio bunker tra le vigne, un parente che ancora oggi conserva una foto in bianco e nero. La Storia qui si intreccia al mito, alla narrazione orale, a una Sicilia che ha fatto da teatro al dolore e alla rinascita.