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20/03/2025

Filippo Bentivegna e il castello incantato di Sciacca

Se sei alla ricerca di un luogo affascinante, fuori dal comune e avvolto da un'aura di mistero, il Castello incantato di Sciacca, pittoresca località marinara e termale in provincia di Agrigento, è la meta perfetta. Non lasciarti ingannare dal nome, non si tratta di un castello vero e proprio, ma di un incredibile museo a cielo aperto, un luogo in cui l'arte si fonde con la natura e con l'anima del suo creatore, Filippo Bentivegna. Questo straordinario artista, vissuto tra la fine dell'800 e la metà del '900, ha dedicato la sua vita a scolpire migliaia di volti e teste nella pietra e sugli alberi di ulivi, dando vita a un mondo surreale e affascinante. Dopo anni in stato di abbandono, oggi il fondo è di proprietà della Regione Siciliana.

H2: La storia di un uomo e della sua arte

Filippo Bentivegna nacque a Sciacca nel 1888 in una famiglia modesta. Come molti siciliani dell'epoca, emigrò negli Stati Uniti in cerca di fortuna. Si dice che un colpo violento alla testa, ricevuto da un rivale in amore, gli abbia causato un grave trauma cranico, che lo rese inabile al lavoro. Ritornò allora in Italia dove, condannato a tre anni di carcere perché considerato disertore, si sottopose a una visita psichiatrica che lo dichiarò pazzo, ma non pericoloso. Si rifugiò in Sicilia, nella sua terra natale, acquistò un terreno e iniziò a scolpire incessantemente. Per oltre 50 anni trasformò le formazioni calcaree che riempivano il suo fondo in particolari teste e, quando si esaurirono le rocce, le estrasse dalle cave che costruì lui stesso, creando anche diversi cunicoli.

Suggestivo esempio dell'art brut

Filippo Bentivegna ha lasciato ai posteri un'opera tanto enigmatica quanto affascinante, ed è considerato oggi uno dei maggiori esponenti dell'art brut e outside art. Il suo giardino, situato nella parte occidentale di Sciacca, ai piedi del Monte Kronio, è un'opera d'arte vivente, popolata da migliaia di teste realizzate incidendo la roccia e intagliando gli alberi di ulivo, ognuna con un'espressione unica, quasi come se volessero raccontare una storia. Il suo isolamento e il suo stile di vita eccentrico lo resero una figura misteriosa e spesso incompresa dalla comunità locale, che lo soprannominò “Filippu di li testi” o “Filippo il pazzo”. Lui stesso si autoproclamava “Re” del suo regno di pietra, e pretendeva di essere chiamato “eccellenza”. Il pittore svedese Lilieström conobbe lo strano artista di Sciacca, e contribuì a far uscire la sua fama al di fuori dei confini nazionali. Alcune sue opere sono esposte alla Collection de l’Art Brut di Losanna.