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29/02/2024

Il segreto della longevità: ecco le abitudini che accomunano gli ultracentenari

Chi non vorrebbe vivere a lungo e in salute? La ricerca della longevità è un desiderio condiviso da molti, e mentre la genetica svolge un ruolo fondamentale nella nostra durata di vita, ci sono anche molti fattori ambientali e comportamentali che possono influire sulla nostra salute e sul nostro benessere. Dan Buettner, divulgatore scientifico e saggista, ha analizzato quali possono essere i segreti della longevità partendo dall'esplorazione delle “zone blu”, ovvero di quei luoghi nei quali c'è il più alto tasso di centenari e ultracentenari al mondo. Sono cinque e uno di questi si trova proprio in Italia, esattamente in Sardegna, nella regione della Barbagia. Gli altri luoghi sono l'isola di Ikaria in Grecia, l'isola di Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoyan in Costa Rica e la comunità degli “avventisti” della città di Loma Linda in California. Gli abitanti di questi luoghi condividono 9 abitudini, saranno gli ingredienti dell'elisir di lunga vita

Le abitudini degli abitanti delle “zone blu”

Lo studioso Dan Buettner, con una equipe di medici, antropologi, demografi ed epidemiologi, ha studiato le abitudini delle popolazioni centenarie e ultracentenarie che vivono in queste cinque regioni nel mondo e, come riportato sul sito bluzone.com, ha evidenziato 9 elementi che, se incorporati nella propria routine, possono aumentare le aspettative di vita di 10 - 12 anni.

Movimento naturale

Le persone che vivono nelle “zone blu” sono attive fisicamente in maniera naturale. Non praticano attività sportive particolari, ma vivono in ambienti che li portano a muoversi costantemente. Coltivano l'orto e “non dispongono di attrezzature meccaniche per i lavori domestici e il giardino”.

Avere uno scopo nella vita

Per gli abitanti dell'isola di Okinawa si chiama “ikigai” (ne abbiamo parlato in un articolo precedente), e consiste nell'avere uno scopo nella vita e conoscere il senso della propria esistenza. Questo elemento per il ricercatore può aumentare l'aspettativa di vita fino a 7 anni.

Gestire lo stress

La gestione dello stress è una componente fondamentale della longevità. Anche nelle zone blu lo stress è presente, ma gli abitanti spesso adottano pratiche come la meditazione, il tai chi o altre attività che promuovono il rilassamento e la consapevolezza. Ridurre i livelli di stress può contribuire a una migliore salute mentale e fisica nel corso degli anni.

Mangiare con moderazione

Buettner la definisce la regola dell'80%, ovvero “smettere di mangiare quando lo stomaco è pieno all'80%. Il divario del 20% tra non avere fame e sentirsi sazi potrebbe fare la differenza tra perdere peso o aumentarlo”. In più, le persone che vivono nelle “zone blu” mangiano maggiormente nella prima parte della giornata, e consumano l'ultimo pasto, il più piccolo, nel tardo pomeriggio e nella prima serata.

Dieta ricca di legumi

Una delle abitudini alimentari più comune nelle “zone blu” è l'abbondante consumo di legumi e il ridotto consumo di carne. Questa, specialmente di maiale, viene assunta in media solo cinque volte al mese, mentre fagioli, fave, soia, lenticchie, sono i pilastri della loro dieta, che è quindi prevalentemente vegetale.

Un bicchiere di vino

Nelle “zone blu” si beve moderatamente e regolarmente (tranne che per gli avventisti). Gli abitanti di questi luoghi, ci dice Buettner, bevono “1-2 bicchieri di vino al giorno (preferibilmente vino Cannonau sardo), con gli amici e/o durante il cibo”. E se pensi di conservare questa regola per strafare durante il weekend, lo studioso sottolinea che “non si può risparmiare tutta la settimana e bere 14 bicchieri il sabato!” Questa abitudine rafforza anche i legami sociali.

Fede religiosa

Quasi tutto il campione dello studio di Buettner apparteneva a una comunità religiosa di qualche tipo. Non sembra avere importanza il tipo di fede, ma frequentare delle comunità religiose quattro volte al mese aggiungerebbe, secondo il ricercatore, da 4 a 14 anni di aspettativa di vita.

L'importanza della famiglia

Per i centenari delle “zone blu” la famiglia è al primo posto. I nuclei familiari vivono vicini e condividono del tempo prezioso insieme. Ci si impegna con un compagno e ci si prende cura con amore dei propri figli, ma anche dei genitori e dei nonni e si tramanda un senso di continuità familiare importante.

Gruppo sociale affine

Gli abitanti di questi cinque regioni del mondo hanno un'altra cosa in comune, condividono una rete sociale composta da persone che mettono in atto comportamenti legati alla salute affini ai loro. Secondo diversi studi, infatti, si è dimostrato che “il fumo, l'obesità, la felicità e persino la solitudine sono contagiosi”.

Le ricerche condotte da Dan Buettner ci dicono che la genetica ha sì un ruolo importante per vivere a lungo, ma che se si mettono in atto gli stili di vita degli abitanti delle zone blu si aumenta notevolmente la probabilità di vivere almeno fino ai 90, e relativamente in buona salute. Cosa ne pensi, ti va di provare?