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Viaggio in Sicilia

09/05/2023

Il tesoro della Zisa e la leggenda dei diavoli

Appena fuori dalle antiche mura di Palermo, oggi nel centro cittadino, si trova il Palazzo della Zisa, costruito nel XII sec. in epoca normanna da Guglielmo I come residenza estiva e ultimato sotto il regno del figlio Guglielmo II. Il suo nome deriva dall’arabo “al-Aziz”, ovvero “splendido”. Il palazzo è sede del Museo d'Arte Islamica con reperti provenienti dall’area del Mediterraneo. Possiede un particolare sistema di ventilazione, costituito da camini che consentono il refrigerio estivo. Il pavimento è attraversato da una canaletta che forma due vasche alimentate da una fontana posta sulla parete di fondo. L'imponente struttura contiene splendide decorazioni, tra le quali un affresco barocco molto particolare, conosciuto come “diavoli della Zisa”, legato ad una curiosa leggenda che narra di un amore e di un tesoro protetto dai diavoli lì raffigurati e impossibili da contare.

Un ricco tesoro protetto ed un amore sfortunato

Il castello della Zisa è intrecciato ad una leggenda e ad uno strano mistero che incuriosisce molto i palermitani. Si narra che il bel giovane di nome Azel Comel, figlio del sultano della Libia, si innamorò di una ragazza molto affascinante di nome El-Aziz. Il sultano si oppose al matrimonio ed i due innamorati fuggirono portando con loro il tesoro del padre di Azel. Giunti a Palermo, secondo la leggenda, fecero edificare il Castello della Zisa. Ma la fuga dei ragazzi provocò molto dolore, portando la madre di El-Azis al suicidio. La figlia, appresa la notizia da un uccello in volo, per il senso di colpa seguì la madre nell'insano gesto. L'amato, reso folle dalla morte della moglie, dopo un lungo girovagare morì in mare. Ma prima nascose l'immensa ricchezza tra le mura del Castello della Zisa, protetto da un sortilegio.

Il sortilegio dei diavoli della Zisa impossibili da contare

Il grande tesoro nascosto da Azel Comel non fu mai trovato e, leggenda narra, che grazie ad un sortilegio sia protetto dai diavoli della Zisa. Raffigurati in senso rotatorio sull'arco di ingresso della “Sala della fontana”, questi diavoli, che in realtà sono simboli delle antiche divinità latine, risultano impossibili da contare. Proprio la magia che impedisce questa conta protegge il tesoro del Sultano da quanti cerchino di derubarlo. Si mescolano e nascondono, e il loro numero non risulta mai uguale. E in un particolare giorno dell'anno, il 25 marzo, pare che si muovano facendo smorfie e linguacce. Chi riuscirà a contare l'esatto numero dei diavoli spezzerà l'incantesimo e troverà il tesoro. Intanto, tra leggenda e mistero, a Palermo è nato il detto popolare “E che sono, i diavoli della Zisa?”, esclamato quando i conti non tornano e qualcosa non quadra!