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Viaggio in Sicilia

07/11/2024

Etna, dimora di Efesto

Nella Sicilia orientale svetta imponente l'Etna, il più alto vulcano attivo d'Europa. Le sue pendici, dominate da un paesaggio aspro e affascinante, hanno alimentato per millenni miti e leggende, storie che affondano le radici nel cuore della cultura greca e romana. L'Etna, con il suo costante brontolio, la cenere e le eruzioni che squarciano il cielo, è stato spesso visto come una porta per il divino, un luogo di potere e mistero. Dopo aver conosciuto la leggenda della ninfa Etna che dà il nome al vulcano patrimonio UNESCO, ora conosciamo quella di Efesto, il dio del fuoco e della metallurgia, il fabbro divino che, secondo il mito, forgia le sue creazioni proprio nelle viscere incandescenti dell'Etna. Oggi vi raccontiamo di dei e di opere straordinarie.

L'abbandono di Era

Efesto, il dio del fuoco e della metallurgia, figlio di Zeus, il re degli dèi, e di Era, la regina dell'Olimpo, non nacque bello e perfetto come gli altri dèi. Secondo la mitologia greca, fu infatti gettato giù dall'Olimpo dalla madre, Era, disgustata dalla sua deformità (secondo un'altra versione, dal padre Zeus per aver preso le difese di Era in un litigio). Raccolto e curato dalla divinità Teti e da sua figlia Eurinome, Efesto imparò presto a usare le mani, modellando il metallo e dominando il fuoco. Fece del vulcano Etna la sua dimora e nelle sue viscere allestì le sue fucine infuocate, dove forgiava armi e meravigliosi oggetti, aiutato dai suoi fedeli Ciclopi. Con il tempo, la sua abilità divenne ineguagliabile, e la sua fama si diffuse tra gli dèi. Da artigiano divino era in grado di creare opere d'arte e strumenti potenti, tanto che gli stessi dèi dovettero riconoscere il suo valore.

Etna, fucina di straordinarie creazioni

L'Etna, con i suoi torrenti di lava e il calore inarrestabile, era la dimora perfetta per il dio del fuoco. Il fumo che si alzava dal cratere del vulcano era il frutto del lavoro incessante di Efesto, impegnato a martellare il ferro e il bronzo, modellando capolavori di forza e bellezza. Qui realizzò su richiesta della divinità Teti un'armatura invincibile per proteggere il figlio Achille durante la guerra di Troia. Qui forgiò le frecce e l'arco di Apollo e di Eros, i fulmini di Zeus, i sandali alati di Ermes, il carro guidato da Helios, i palazzi scintillanti degli dèi, il vaso di Pandora e il trono dorato di Era, che, secondo il mito, fu progettato come una trappola per punire la madre per averlo abbandonato. Quando Era vi si sedette, rimase intrappolata e solo dopo molte suppliche da parte di Zeus e degli altri dèi, Efesto acconsentì a liberarla, ma solo in cambio di una richiesta: sposare Afrodite, la dea della bellezza.

Il legame tra Efesto e l'Etna

Il legame tra Efesto e l'Etna non si limitava alla sua attività di fabbro. La montagna non era solo un vulcano, ma un tempio vivente dedicato a una divinità antica e possente, un luogo in cui la natura stessa sembrava rispecchiare il carattere del dio che la abitava. L'Etna stesso, con il suo costante ribollire, era visto come una manifestazione fisica del dio. Le eruzioni, improvvise e potenti, erano interpretate come momenti di collera o di estremo fervore creativo da parte di Efesto. E sebbene il mondo moderno possa spiegare le sue eruzioni attraverso la scienza, il fascino del mito di Efesto che lavora nelle sue profondità non si è mai estinto del tutto. Perché, in fondo, chi può dire con certezza che nelle viscere dell'Etna non vi sia ancora un dio, intento a forgiare straordinari capolavori?