Nella splendida cornice della Sicilia meridionale, immersa tra paesaggi mozzafiato e testimonianze di antiche civiltà, si trova la provincia di Agrigento, un luogo dove mito e storia si intrecciano. Qui, nel cuore del Mediterraneo, le leggende di eroi e re riecheggiano ancora tra le valli e le colline, raccontando di un passato glorioso e affascinante. Tra i miti più famosi vi è quello di Dedalo e Minosse. Oggi vi raccontiamo di re, di fughe e di inganni.
La fuga di Dedalo da Creta
Dedalo, il geniale inventore ateniese, famoso per aver costruito a Creta il labirinto del Minotauro, fornì ad Arianna il filo che permise a Teseo di uscire dal labirinto. Il re Minosse, venuto a conoscenza dell'accaduto, imprigionò Dedalo e il figlio Icaro. Grazie all'ingegno dell'inventore, i due, realizzate delle ali di cera, riuscirono a fuggire, dirigendosi verso la Sicilia. Icaro, nonostante le raccomandazioni del padre, si avvicinò troppo al sole e, sciolte le ali di cera, precipitò in mare. Dedalo, distrutto dal dolore, continuò il suo viaggio fino a raggiungere le coste siciliane, dove trovò protezione presso la corte del re sicano Cocalo.
Le abilità di Dedalo
Cocalo, affascinato dalle straordinarie abilità di Dedalo, lo accolse come un ospite d'onore e presto divenne suo amico fidato. Nel territorio agrigentino, Dedalo mise a frutto le sue straordinarie capacità di architetto e ingegnere, costruendo una città arroccata su una montagna nei pressi del fiume Camico. Questa città, destinata a diventare la più forte e inespugnabile di tutta la Sicilia, si ergeva su un terreno la cui ascesa era stretta e contorta, facilmente difendibile da pochi uomini. La città prese il nome di Kamicos dal fiume vicino e Cocalo vi trasferì la sua residenza reale, custodendo lì i suoi tesori.
L'arrivo di Minosse
La pace di Dedalo non durò a lungo. Minosse, deciso a catturare il fuggitivo, giunse in Sicilia. La leggenda narra che il re cretese approdò presso la città greca conosciuta oggi come Eraclea Minoa, nella bellissima spiaggia di Capo Bianco, coronata da una estesa pineta mediterranea. Conoscendo bene le abilità di Dedalo, Minosse pensò ad un enigma da risolvere: trovare il modo di far passare un filo all'interno di una spirale di conchiglia. La soluzione (legare il filo ad una formica) portò Minosse proprio alla corte di Cocalo, dove il re sicano aveva accolto l'illustre fuggiasco. Minosse, determinato e inflessibile, chiese a Cocalo di consegnargli Dedalo. Tuttavia, Cocalo, legato ormai da rispetto e amicizia verso Dedalo, trovò il modo di salvarlo. Cocalo invitò Minosse nella sua reggia e qui, invitato a fare un bagno caldo, trovò la morte. Il corpo venne poi consegnato all'esercito cretese, adducendo la morte a una causa accidentale. L'uccisione di Minosse viene raccontata in diversi modi: per mano delle figlie del re sicano durante il bagno caldo, con acqua bollente o con la pece bollente.
Si narra che i cretesi rimasti sull'isola fondarono una cittadina nei pressi del luogo di sepoltura del loro re, ed in suo onore la chiamarono Minoa, oggi Eraclea Minoa.
Secondo la tradizione, invece, l'odierno sito di S. Angelo di Muxaro corrisponderebbe all'antica Kamicos costruita da Dedalo.