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Viaggio in Sicilia

27/06/2019

Spiagge, storia e buon cibo: a Cefalù l’estate è indimenticabile

Si sa, in Sicilia l’estate ha un gusto particolare. Vuoi per il mare, vuoi per le spiagge, per il clima e le granite: la bella stagione nell’Isola è nei sogni di milioni di persone. Ai primi posti tra le mete più ambite, c’è sicuramente Cefalù, borgo medievale in provincia di Palermo, che da giugno a settembre vede triplicare la sua popolazione, accogliendo turisti da tutto il mondo.
Tra un tuffo al mare, il relax in spiaggia, una passeggiata al tramonto nei lunghi litorali, una visita ai tanti monumenti e magari un giretto nei dintorni, a Cefalù c’è sempre qualcosa da fare che rende unico e indimenticabile il soggiorno in questa cittadina del Parco delle Madonie.

Iniziamo dal mare e dalle spiagge.
Ce n’è davvero per tutti i gusti: dalle acque cristalline e dalla sabbia dorata del Lido di Cefalù, che con i suoi tantissimi servizi è meta ideale delle famiglie, alla ghiaia e al fondale che diventa subito profondo della Spiaggia Caldura. Perfette per i surfisti poi le spiagge di Salinelle e di Capo Playa che con i loro fondali sono apprezzate degli amanti del windsurf e vela. Per chi è alla ricerca della tranquillità invece c’è la Spiaggia di S.Ambrogio, interamente libera e non attrezzata, mentre per chi non vuole rinunciare al divertimento anche durante le calde ore giornaliere la scelta adatta è sicuramente la spiaggia Pollina.

Poi c’è la storia, tanta storia racchiusa all’interno delle lunghe mura di fortificazione, chiamate “megalitiche”, costruite con enormi blocchi di pietra secondo la tecnica della pietra a secco.
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, Cefalù ha un’evidente anima medievale, grazie a un articolato intrecciarsi di stradine e vicoli, testimonianza del carattere arabo normanno della cittadina.
A dominare su tutto la Rocca, una rupe calcarea mozzafiato. Secondo un mito greco, il pastore Dafni fu reso cieco da Giunone, la cui figlia, Echeneide, fu scartata dal povero ragazzo innamorato di un’altra. Il pietoso Mercurio lo trasformò quindi in una roccia, la Rocca appunto, dalle sembianze di una testa gigante, da cui deriva la radice “kaf” del nome originario di Cefalù (Kefaloidion).
Fiore all’occhiello del patrimonio architettonico cefaludese è la Cattedrale, costruita nel 1100 per volere di Ruggero II come ringraziamento a Dio per essere sopravvissuto a un naufragio, che custodisce al suo interno una sintesi di stili architettonici, dall’arabo al bizantino alla cultura latina e nordica. Due le caratteristiche che la rendono davvero unica: la prima sono i mosaici che rivestono la zona del presbiterio, realizzati da maestri provenienti da Costantinopoli, la seconda le due superbe torri merlate che svettano in cielo, una dalla pianta quadrata, attorniata da fiamme a forma di merli, a simboleggiare l'autorità papale e la mitra, l'altra a pianta ottagonale e merli ghibellini, che rappresentano invece il potere temporale. Percorrendo via Vittorio Emanuele tappa obbligatoria è il Lavatoio medioevale. Un’opera di grande ingegno che fino a poco tempo fa era usata dalle donne del posto per lavare i panni: una scalinata di pietra lavica che raggiunge le vasche scavate nella roccia viva, dove da ventidue bocche di ghisa, tra cui quindici teste leonine, disposte lungo le pareti, si gettano le acque del piccolo fiume Cefalino.
Meritano un cenno anche la Porta Marina, unico dei quattro accessi alla città rimasto intatto; in cima alla Rocca i resti del Tempio di Diana, un edificio megalitico del IX secolo, e il Castello, risalente al XIII- XIV secolo, i cui resti lasciano intendere un edificio molto spazioso che dominava su tutta l’area; il Chiostro accanto alla Cattedrale; e il palazzo Osterio Magno, dimora di Ruggero II e poi dei Ventimiglia, oggi sede di conferenze. Completa il tour alla scoperta di Cefalù la visita al Museo Mandralisca che conserva beni archeologici, conchiglie, una collezione di monete, una biblioteca con oltre 9.000 opere storiche e scientifiche e, tra le bellezze della galleria d’arte, anche il dipinto "Ritratto d'uomo" di Antonello da Messina.

E se le meraviglie della natura e della storia non bastano a rapire il cuore dei turisti, ci pensano sicuramente le bontà della gastronomia locale, come lo sfincione, gli arancini, la pasta alla norma, i cannoli e la cassata: perché l’estate in Sicilia è anche buon cibo!

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