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Viaggio in Sicilia

21/06/2019

A Racalmuto, terra natia di Leonardo Sciascia, grande figlio del Novecento italiano

È Racalmuto il borgo in provincia di Agrigento che ha dato i natali a una delle figure più importanti della letteratura italiana.
Era l’8 gennaio del 1921 quando nella piccola cittadina nacque Leonardo Sciascia, il maggiore di tre figli. La madre, Genoveffa Martorelli, apparteneva a una famiglia di artigiani, il padre, Pasquale, era contabile nella vicina miniera di zolfo.
La letteratura e il cinema furono da subito le sue passioni: letto di quel fiume creativo che lo rese uno delle menti più eccelse del Novecento europeo.

Un indimenticabile genio che trae energia e ispirazione dal rapporto speciale con la sua terra d’origine, un legame tuttora vivo e reale, come dimostrano le varie testimonianze pubbliche, a partire dalla Fondazione Leonardo Sciascia. Oggi, una visita a Recalmuto deve infatti necessariamente fare tappa alla sede dell’ente, un imponente edificio arroccato su una collina e ristrutturato su progetto dell’arch. Antonio Foscari dell’Università di Venezia. Qui è conservato un patrimonio letterario e artistico inestimabile, in parte donato dallo stesso Sciascia, come l’importante collezione di più di duecento ritratti di scrittori, tra cui numerose opere di Clerici, Guccione, Guttuso, Caruso, Tranchino e Chagall. Ma ci sono anche le edizioni italiane e straniere dei suoi libri, una prestigiosa raccolta di lettere che rappresentano la testimonianza della corrispondenza con i maggiori intellettuali italiani e personalità del mondo politico e culturale del dopoguerra. Ed infine vengono custoditi circa 2000 volumi della sua biblioteca personale.

Oggi la raccolta della Fondazione conserva 27 mila unità bibliografiche, grazie anche alle numerose donazioni che nel corso degli anni sono state fatte, a cui si aggiungono la mostra fotografica permanente “La Sicilia, il suo cuore”, interamente dedicata a ritratti d’autore di Sciascia firmati da fotografi di fama internazionale come Henri Cartier-Bresson, Ferdinando Scianna, Giuseppe Leone, Enzo Sellerio, Melo Minnella, Fausto Giaccone, Elisabetta Catalano. Un legame viscerale tra la città e il suo figlio diletto, testimoniata anche dalla realizzazione di una statua bronzea di Sciascia in proporzioni reali che si incontra passeggiando lungo il corso cittadino e dall’epitaffio che campeggia sulla tomba dell’intellettuale, scomparso nel 1989, “Ce ne ricorderemo, di questo pianeta”.
A trent'anni dalla morte, è stata di recente dedicata a Sciascia una mostra fotografica che dipinge un ritratto inedito dello scrittore siciliano. "Quasi vedendosi in uno specchio" il titolo dell'esposizione che ha raccolto gli scatti in bianco e nero di Angelo Pitrone nello spazio espositivo del Mag (Meeting di Pietro Consagra) di Gibellina. La mostra, curata da Salvatore Ferlita e organizzata dall'assessorato alla Cultura del Comune di Gibellina, in collaborazione con l'Associazione Culturale Mag, il patrocinio del Comune di Racalmuto e della Fondazione Leonardo Sciascia, ha presentato lo scrittore nei suoi momenti più intimi, nella sua quotidianità, nella sua umanità.

Ma è tutta la città di Racalmuto a rendere omaggio al Sciascia, ricordandone i luoghi in cui trascorse quasi tutta la sua vita, come il Santuario di Santa Maria del Monte che lo vide piccolo chierichetto o la casa natia in via Regina Margherita, ma anche il Parco Letterario Regalpetra che a lui è dedicato. A Racalmuto, da visitare anche il Teatro Regina Margherita, costruito a fine 1800 e chiamato "Piccolo Massimo", perché realizzato pensando al Massimo di Palermo, la cui direzione artistica fu affidata anni fa ad Andrea Camilleri, oggi visitabile solo su appuntamento; il Castello Chiaramontano d'origine duecentesca, edificato per volere di Federico Chiaramonte che diede avvio allo sviluppo dell’intero borgo, e da cui è possibile ammirare uno straordinario panorama; la Chiesetta di Santa Lucia, accanto alla Chiesa di Santa Maria del Monte, oggi adibita a sagrestia, raggiungibile da una suggestiva scalinata, che custodisce una cinquecentesca statua marmorea della Vergine.

Ma un viaggio a Racalmuto è soprattutto un emozionante viaggio nella storia e nella memoria siciliana, come testimoniano la vicina miniera di salgemma, con le sue grotte relative a una necropoli antica tra le quali spicca "La grotta di Frà Diego La Martina"; la zolfara Gibellina e la miniera di sali potassici, ormai abbandonata, che racconta di storie di duro lavoro, di sofferenza, ma anche di semplicità e di umili sogni.

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Foto di Angelo Pitrone tratta dalla mostra "Quasi vedendosi in uno specchio"